“La fatica dei grandi è prendere contatto con quella parte emotiva che muove le azioni dei bambini. Significa recuperare sé stessi nel proprio percorso di crescita e tornare bambini, per poter decodificare il mondo interno dei piccoli.”
Ivana Simonelli
A volte è difficile interpretare il comportamento di un bambino
e individuare il suo bisogno di comunicare le emozioni che sta provando,
come se il bambino venisse al mondo con una cassetta per gli attrezzi,
ma senza istruzioni.
“Per stare bene è importante riconoscere e accettare tutti i tipi di emozione, imparando a esprimerli in modo corretto.”
Ivana Simonelli
Se il bambino non è stato abituato e stimolato a esprimere con parole le sue emozioni, lo farà non altre modalità,
silenzi, urla, parolacce, lacrime, calci, smorfie.
Questi comportamenti hanno un senso preciso, sono la porta di accesso al loro mondo interno, ricco di sensazioni ed emozioni. Gli adulti dovrebbero domandarsi il perché, ma purtroppo spesso tendono a irritarsi, ad alzare la voce o mostrarsi insofferenti.
“Cogliendo occasioni come questo, l’adulto potrebbe dire: “Mi sembri… (triste, felice, arrabbiato, preoccupato, imbarazzato, geloso, impaurito, sorpreso, disgustato …)” offrendo al bambino una parola che definisca l’emozione nel momento in cui egli la vive.”
Ivana Simonelli
Se gli adulti utilizzano parole emotive, i bambini fin dai primi anni imparano a utilizzarle.
Usare un tono pacato e dolce favorisce un linguaggio emotivo e aiuta il bambino a mettere in connessione l’emozione con il pensiero che l’ha generata. Così facendo il piccolo sente che l’adulto ha compreso quanto gli sta accadendo internamente.
“Il piccolo ha così modo di vivere un’esperienza emotiva intensa: qualcuno è in grado di riconoscere ciò che lui sente. E’ una sorta di meraviglia, di evento straordinario, di aiuto risoluto inaspettato. La sensazione è paragonabile alla gioia che si prova quando, in terra straniera, si incontra qualcuno che comprende la nostra lingua e comunica con noi, Ci si apre dunque alla bellezza della sintonia reciproca: io posso riconoscere te e tu puoi riconoscere me, rimanendo in contatto senza fraintendimenti.”
Ivana Simonelli
Tutte le emozioni che provano i bambini hanno sempre una motivazione,
che gli adulti sono chiamati a individuare.
Ogni emozione ha diritto di essere nominata con la stessa modalità e frequenza
con cui viene nominato qualsiasi oggetto esterno con cui viene in contatto il bambino.
“Si potrebbe dire che l’adulto usa la propria mente per aiutare il piccolo a sviluppare la capacità di riconoscere e denominare la sua emozione.”
Ivana Simonelli
Collegare l’emozione al pensiero che l’ha generata è il primo passo per trasformare in parola quello che fino a quel momento è stato solo pensato o agito.
Legittimare l’emozione però non legittima necessariamente il comportamento, per questo è necessario l’intervento dell’adulto per tranquillizzare il bambino e riuscire a convertire il suo comportamento in parole. Questo aiuto gli permetterà di fare chiarezza sui i suoi bisogni e sulle emozioni a cui non sa dare una spiegazione.
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