“Le vite dei grandi uomini ci dicono che possiamo rendere la nostra vita sublime, e, al momento di andarcene, lasciare le nostre impronte sulla sabbia del tempo. Leviamoci, dunque e operiamo, con un cuore per ogni destino; in eterno raggiungendo, in eterno perseguendo, impariamo a lavorare e ad attendere.” Henry Wadsworth Longfellow
E’ l’archetipo del Guerriero quello che nella nostra cultura definisce l’eroismo. Ci aiuta a esprimerci e a combattere per ciò che nutre la nostra mente, il nostro cuore e il nostro spirito e a sconfiggere tutto ciò che ci minaccia.
Sviluppare le abilità del Guerriero è essenziale per vivere pienamente e questo archetipo serve a insegnarci a riconoscere il nostro potere e ad affermare la nostra identità nel mondo a tutti i livelli.
Fisicamente le abilità riguardano la capacità di lottare per difendersi, mentre a livello psichico la creazione di confini sani tra noi e gli altri e la capacità di imporci come individui.
Intellettualmente il Guerriero ci permette di apprendere il discernimento, di vedere quale via, quali idee, quali valori sono più utili e a livello spirituale riconoscere quali energie e filosofie spirituali stimolano la nostra vita e quali uccidono la forza vitale che è in noi.
I Guerrieri cambiano il proprio mondo affermando la propria volontà, devono perciò essere decisi e realistici.
Quando una persona ha il coraggio di combattere per se stessa, di questo beneficiano anche gli altri, può assumersi l’impegno della sua vita, risolvere i suoi problemi e rendere il mondo migliore. Definire se stesso come Guerriero equivale a dire: “Io sono responsabile di ciò che accade qui” e “Devo fare quello che posso per rendere questo mondo migliore per me e per gli altri.”
Per molte persone ci vuole una grande perdita o la spinta di una crisi per poter procedere in avanti.
La sfida più importante è la volontà di parlare con la propria voce e secondo la propria sensibilità.
Senza la capacità di imporsi e di limitarsi non può esserci un rapporto d’amore veramente alla pari. Lo stesso vale nei rapporti di affari e di amicizia.
Diversamente uno dei due conquista e l’altro si lascia prendere e niente più. Un sano rapporto profondo esige la costante affermazione di sé e dei propri bisogni e la disponibilità a vedere come i desideri contrastanti possano combinarsi per creare una vita che arricchisca entrambi.
Il Viandante riconosce il drago e fugge; il Guerriero resta e combatte
“Il guerriero della luce deve sempre avere scolpite nella mente le cinque regole del combattimento, scritte da Chuan Tzu tremila anni fa.
La fede. Prima di affrontare una battaglia è necessario credere nel motivo della lotta.
Il compagno. Scegli i tuoi alleati e impara a lottare in compagnia, perché nessuno vince una guerra da solo.
Il tempo. Una lotta in inverno è diversa da una in estate; un buon guerriero presta attenzione al momento giusto per entrare in battaglia.
Lo spazio. Non si lotta nella stessa maniera in una gola o in pianura. Pensa a ciò che esiste intorno a te, e al modo migliore per muoverti.
La strategia. Il miglior guerriero è colui che pianifica il proprio combattimento.” Paolo Coelho
Vine è il Fiore dell’Autorità.
Le persone con forti tratti Vine sono molto capaci, ambiziose e imbattibili sul piano della forza di volontà e della presenza di spirito. In ogni crisi riescono a trovare una via d’uscita e tengono sempre la situazione sotto controllo. Sono convinte che l’unico modo per fare un piacere agli altri consista nel dire loro che cosa devono fare e nell’esigere che lo facciano esattamente nel modo indicato.
Il rimedio aiuta a trasformare le persone da autoritarie ad autorevoli.
L’aquila di mare testabianca è un modello di fedeltà: si accoppia tutta la vita con lo stesso partner e di anno in anno torna quasi sempre nello stesso nido. Uno dei più comuni rituali di corteggiamento è chiamato “spirale della morte” e serve a determinare l’idoneità del compagno per convincerlo ad accoppiarsi.
I due si librano ad alta quota, poi si afferrano per gli artigli, si lasciano cadere roteando verso terra e si staccano prima di toccare il suolo. Intercorre così una interessante tensione tra l’esito del corteggiamento e il rischio che comporta.
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