“Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano,
ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno.”
Madre Teresa di Calcutta
La “buona rete sociale”
supporta la famiglia nel suo impegno quotidiano di cura educativa.
“Al di fuori del contesto familiare, le mamme con reti sociali più ampie possono essere in grado di attingere risorse che alleggeriscono alcuni degli oneri associati alla genitorialità.”
Kaja Lewinn
Le reti informali rappresentano l’insieme delle relazioni interpersonali,
che gravitano e che si intrecciano attorno alle persone
e che assicurano sostegno e protezione
contro gli stress e l’eventuale risoluzione di problemi e disagi.
“Questo può significare supporto emotivo, supporto tangibile sotto forma di babysitting o aiuto con le commissioni e consigli su cure di alta qualità o altri programmi per bambini. Queste risorse possono ridurre lo stress genitoriale e migliorare la salute mentale materna, entrambe associate positivamente allo sviluppo cognitivo del bambino.”
Kaja Lewinn
Poter contare su un buon numero di amici e parenti pronti a fare da “rete”
permette di avere una gestione genitoriale più semplice.
Se le neomamme hanno amici e familiari pronti a intervenire per aiutarle,
anche i loro bambini godono di un maggior benessere.
“Ogni vita è importante e merita la miglior cura,
soprattutto quando parliamo di bambini e di vite ancora tutte e da vivere.”
Luigi Cancrini
Anche la nascita di un figlio con bisogni speciali costituisce per tutta la famiglia
un trauma capace di disorganizzare la vita e il quadro emozionale.
Questo trauma va compreso, accettato ed elaborato.
Il dolore che si lega alle situazioni di disabilità può diventare un’esperienza di grande crescita personale per chi riesce ad accoglierla. Ci sono risorse che possono uscire solo in contesti appropriati e dal dolore e dalla sofferenza possono nascere solidarietà e arricchimento reciproco.
“Ci sono situazioni in cui è la madre stessa che ha bisogno che il figlio le venga allontanato,
in modo che successivamente se ne possa occupare meglio,
dopo essere stata messa in condizione di farlo.”
Luigi Cancrini
L’esperienza del limite dell’altro è anche esperienza del nostro limite e il modo migliore di occuparsi delle persone con handicap è quello aiutare tutti i membri della famiglia a riconoscere i propri limiti.
Con il sostegno della “buona rete” le persone trovano una via d’uscita dal buio, grazie all’esperienza di cura e a un attento accompagnamento.
Questo lavoro richiede molto rispetto per la famiglia colpita da questa esperienza,
che la “buona rete” di terapeuti familiari aiuta ad affrontare
per permettere di migliorare la convivenza con il loro familiare con bisogni speciali.
“Il concetto di cure materne è fondamentale rispetto alla crescita del bambino. Quando il bambino è più grande è auspicabile che siano i genitori ad occuparsi di lui, ma è sbagliato mettere al centro il diritto dei genitori ad occuparsi del figlio. Al centro ci deve stare invece il diritto del bambino a ricevere cure adeguate, in primis dai suoi genitori.”
Luigi Cancrini
Gorse
Gorse ridona la speranza e l’ottimismo a chi è diventato completamente pessimista.
Coloro che vivono lo stato Gorse hanno perso tutte le speranze di sentirsi nuovamente felici o che possa esserci un cambiamento positivo nella loro situazione. Se malate, le persone Gorse sentono che non potranno mai stare meglio e quindi non hanno fiducia nelle cure. Possono arrivare addirittura a non tentare nemmeno di curarsi poiché non credono vi sia possibilità di guarigione e se lo fanno è solo per accontentare parenti ed amici.
Gorse
“Per i casi di grande disperazione, per chi non crede più che si possa ancora fare qualcosa per loro. Se gli altri insistono o per far loro piacere si sottopongono a nuove cure, ma sostenendo che ci sono ben poche speranze di miglioramento.”
Edward Bach
“Quello che vorrei trasmettere alle altre mamme è di chiedere aiuto concreto, di chiedere aiuto a chi davvero può aiutarvi. Le figure professionali possono davvero fare la differenza.”
Luisette #freeda
“Il mio consiglio è quello di lottare, andare avanti, poiché ci saranno giorni bui e giorni luminosi, ma soprattutto di appoggiarci sulle persone a noi vicine.
Ai familiari e agli amici direi:
Non cercate di comprenderci, è impossibile, è una malattia molto complessa, semplicemente: appoggiateci! .“
There are no comments.