“L’unica cosa di cui abbiamo bisogno per diventare filosofi è la capacità di stupirci. Tutti i bambini ce l’hanno. Eppure mano a mano che crescono, questa capacità di stupirsi sembra attenuarsi”. Jostein Gaarder
I bambini sanno ancora chiedersi perchè.
Sanno stupirsi, provare meraviglia e sorpresa di fronte a una situazione nuova, straordinaria o inattesa.
Sanno domandare, indagare, andare oltre, aprirsi al nuovo, sviluppare l’intelligenza.
“Non appena provo stupore, mi espando. Mi sento unito a qualcosa di grande. Sento che siamo tutt’uno e contemporaneamente, in confronto, mi sento piccolo. Piccolo solo perché provo stupore e finché quello stupore dura. Nello stupore mi fermo e resto immobile. Perché nello stupore mi tengo a distanza. Nello stupore che provo di fronte a una cosa meravigliosa semplicemente ci sono, sono semplicemente presente. Se apriamo gli occhi e tutti i nostri sensi per godere della Bellezza del creato che ovunque ci viene incontro, lo stupore non ha fine. Nello stupore diventiamo devoti, timorosi, attenti, amorevoli, grati. Tutt’uno con ciò che è vicino e ciò che è lontano.” Bert Hellinger
Stupore è una parola filosofica per eccellenza.
Il meravigliarsi, lo stupore, la sorpresa improvvisa, stimolano a porsi domande e alla ricerca di risposte.
« È proprio del filosofo questo che tu provi, di esser pieno di meraviglia;
né altro cominciamento ha il filosofare che questo » Platone
Stupore è rimanere aperti all’altro, al diverso e nuovo.
E’ importante mantenere lo stupore nel tempo con la predisposizione d’animo a presentarsi attenti, aperti e rilassati davanti agli incontri con cose, eventi, persone.
Se qualcosa ci sorprende è perché questo qualcosa è inatteso e nuovo, è diverso dall’aspettativa, non è noto e familiare, ma soprattutto perché ci sorprende col suo messaggio, con quello che ha da dirci.
“Infatti gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della luna e quelli del sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dell’intero universo. Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual modo, filosofo: il mito, infatti, è costituito da un insieme di cose che destano meraviglia. Cosicché, se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall’ignoranza, è evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica.” Aristotele
Wild Rose è il Fiore della voglia di vivere.
Il rimedio aiuta coloro che si sono rassegnati interiormente e si sentono apatici e indifferenti.
La descrizione del Dr Bach:
Per coloro che senza una ragione apparentemente sufficiente si rassegnano a tutto ciò che accade, e si accontentano di vivere la vita, prendendola come viene, senza fare nessuno sforzo per migliorare le cose o per trovare un po’ di gioia. Si sono arresi alla lotta della vita senza lamentarsi.
“Lo stupore è un forte e veloce scuotimento dell’attenzione verso un oggetto nuovo e inatteso, del quale l’anima dapprima non sa se è buono o cattivo, cioè di cui non conosce il comportamento con se stessa nel primo momento del suo apparire». Ernst Platner
“Io continuo a stupirmi. E’ la sola cosa che mi rende la vita degna di essere vissuta.” Oscar Wilde
“Da lassù ho sentito – Gli angeli che mi cantavano queste parole
E a volte nei tuoi occhi – Vedo la bellezza del mondo.” Coldplay
La bellezza è fatta di piccole cose, la bellezza è nei particolari.
Decisivo è mantenere la capacità di stupirsi come bambini, quella che rende ogni tramonto e ogni notte di luna piena una magia irripetibile.
“E mentre ancora seguivo con lo sguardo le oche che volavano basse sull’acqua e scomparivano alla prossimità curva del fiume, fui improvvisamente colto da quel senso di meraviglia per le cose note e familiari che è all’origine della filosofia. Provai in me un profondo stupore per la possibilità di una tale dimestichezza con un uccello libero e selvatico, e la constatazione di questo fatto mi rese stranamente felice, come se con ciò si fosse potuto un poco riparare alla cacciata dall’Eden.” Konrad Lorenz
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