“Siamo, chi pensiamo di essere, le esperienze che crediamo
– o ci piace credere – ci abbiano segnato.”
Gianrico Carofiglio
La tristezza quando è appropriata ci pone in uno stato d’animo riflessivo,
ci allontana dalle distrazioni e fino a un certo limite
può essere considerata un’emozione positiva e funzionale.
“La tristezza ci dà il tempo di venire a patti con le perdite
o di pianificare come superare i rovesci,
e in questo modo ci aiuta effettivamente ad andare avanti.”
Stefan Ball
Anche la tristezza più lieve può diventare il trampolino di lancio da cui ripartire,
ma purtroppo si trasforma il più delle volte in una palude colma di amarezza
che ci fa sprofondare, che ci impedisce di andare avanti.
“Il mondo è uno specchio.
Restituisce a ognuno il vero riflesso dei suoi pensieri.”
William Makepeace Thackeray
Accade che il mondo ci deluda.
L’autocommiserazione e il risentimento mettono radici con molta facilità,
ci lamentiamo che la vita è troppo dolorosa
e che gli altri ci hanno trattato ingiustamente.
Quando non riusciamo a mettere sani confini,
nutriamo poi l’aspettativa errata che debbano essere gli altri
ad avere un atteggiamento diverso nei nostri confronti.
“Non sono i fatti avvenuti a turbare le persone,
bensì l’interpretazione che queste danno alle situazioni vissute.”
Epitteto
Siamo noi i responsabili della nostra infelicità.
Senza un messaggio chiaro le nostre richieste non verranno prese in considerazione
e gli altri potrebbero mancarci di rispetto.
E’ necessario un atteggiamento più fermo e più sicuro,
per far percepire agli altri che il nostro è un messaggio vero
e che deve essere preso in considerazione.
“Pensiamo che tutto ruoti attorno a noi:
sia quello che gli altri fanno sia quello che non fanno.
Non è vero quasi mai.
I fatti accadono e basta;
gli altri, perlopiú, si disinteressano di noi,
nel bene e nel male.”
Gianrico Carofiglio
La cura per la nostra amarezza risiede nelle nostre mani.
E’ fondamentale cambiare il nostro comportamento nei confronti degli altri
per riuscire a mettere sani confini
e uscire dalla palude dell’amarezza e del lamento.
“Le cose non cambiano,
tu cambi il modo di guardarle, ecco tutto.”
Carlos Castaneda
Willow
Questo rimedio aiuta coloro che hanno vissuto qualche disgrazia
o subito un torto e per questo si sentono risentiti ed amareggiati.
Si soffermano sull’accaduto e non riescono ad accettarlo
divenendo così introversi e pieni di autocommiserazione.
Trovano difficile liberarsi da questa visione negativa
che li spinge a disinteressarsi delle cose che prima facevano con gioia.
Willow scioglie il risentimento e restituisce la gioia di vivere.
Willow
“Per quelli che hanno sofferto avversità o sventure
e trovano difficile accettarle senza lamentele o risentimento,
poiché giudicano la vita soprattutto in funzione del successo.
Sentono di non aver meritato una prova tanto grande,
che è stato ingiusto, e ne sono amareggiati.
Spesso provano minor interesse
e sono meno attivi in ciò da cui un tempo traevano piacere.”
Edward Bach, I dodici guaritori e altri rimedi, Edizione definitiva 1941
È un lavoro, essere sereni.
È una costruzione.
Devi metterla giù tavola per tavola e chiodo per chiodo,
e controllare di continuo che tutto sia a posto,
e tenere ben spalato tutto intorno.
Ci vuole un sacco di manutenzione.
Andrea De Carlo
“Qualcosa, dunque, insiste nel dire “Io”. Sono i nostri ricordi più traumatici – quelli che ci hanno scritto – che si ripetono con più forza. Ma sono anche gli incontri che abbiamo mancato, le occasioni sfuggite che esigono incessantemente di ritornare. Ci sono impronte traumatiche che non smettiamo di ricordare e ci sono impronte restate sospese, incompiute che ci impongono ancora l’obbligo di pensare a loro, di assemblarle in un altro luogo.”
Massimo Recalcati
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